CHI VESPA MANGIA LE MELE

20 Giugno 2016
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chi_vespa_mangia_le_mele_1969-71…slogan pubblicitario della Vespa negli anni 60

70 anni del mitico scooter inventato dall’ingegnere Corradino D’Ascanio

di Generoso D’Agnese

Una parentesi di fantasia rispetto al lavoro impegnato sui progetti degli elicotteri. Questa doveva essere la Vespa per Corradino D’Ascanio quel 23 aprile 1956. Una parentesi fortunata che dura 70 anni perché quel primo scooter dalla forma strana non ha la minima intenzione di andare in pensione e rimane l’unico modello a sfidare il tempo laddove si arresero la FIAT 500 , il Maggiolone VW, la Citroen 2 CV e la Renault 4.

Corradino D’Ascanio era nato a Popoli (Pescara) nel 1891 e fin da adolescente rimase affascinato dalla scienza aeronautica. Nel 1906, appena tre anni dopo il primo volo dei fratelli Wright, costruì in proprio un aliante, cercando di mettere in pratica le sue osservazioni sul volo degli uccelli. Laureatosi in ingegneria industriale presso il Politecnico di Torino, D’Ascanio combatté la prima guerra mondiale creando la prima installazione di apparecchio radio trasmittente e ricevente su un velivolo italiano.

Suo il primo elicottero italiano

A fine guerra le Officine Pomilio di Torino lo chiamarono negli Stati Uniti per progettare un aereo veloce. Negli stabilimenti della Allison Experimental Works di Indianapolis l’abruzzese progettò un bombardiere leggero, un aereo ricognitore ed un caccia militare. Ma non bastò per avere successo. Dopo aver tentato un’avventura imprenditoriale con l’amico Veniero D’Annunzio (figlio del poeta Gabriele), D’Ascanio tornò in Italia e vinse la sua sfida: nel 1928 creò il primo elicottero italiano in assoluto e il primo velivolo destinato a infrangere, nel 1930, tutti i primati di altezza, distanza e durata di volo. A un passo dal successo, D’Ascanio si affidò a un socio che chiese troppi soldi alla FIAT, determinandone la fuga e togliendo all’Italia il primato tecnologico di questo nuovo mezzo aeronautico.

D’Ascanio non abbandonò però i i suoi sogni e produsse fino al 1939, importantissimi brevetti nel campo aviatorio ed elettronico. Nel 1943 D’Ascanio ultimò un nuovo prototipo, il P.D.2, per conto della Piaggio, che non vide però mai la luce. Un bombardamento su Pontedera distrusse gli stabilimenti e costrinse la Piaggio a trasferirsi a Biella isolando D’Ascanio in Toscana, a causa dell’armistizio.

Una vera leggenda

Gli anni postbellici indussero l’azienda a puntare a nuovi settori ed Enrico Piaggio guardò con curiosità il progetto di un nuovo motociclo disegnato dall’abruzzese. Per il suono del motore e le forme della carrozzeria lo paragonò a una vespa e con questo nome lo commercializzò. Il primo scooter regalò finalmente la fama al suo inventore. La vespa divenne leggendaria e ancora oggi mantiene quasi inalterata quella forma che l’ha resa celebre.

Corradino D’Ascanio morì nel 1981 ma il suo scooter ha motorizzato milioni di persone ( e continua a farlo), trasportando uomini nelle strade polverose di Bombay o sugli altopiani delle Ande; i suoi scooter hanno recitato in films importanti e hanno rappresentato il primo esempio di commercio ambulante (in Sicilia l’Ape rappresenta ancora oggi un vero culto). Vespa e Ape viaggiano ancora, trasportando nel mondo il Made in Italy.

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