Napoli, un paradiso abitato da diavoli

16 Settembre 2016
4.493 Views

“Un paradiso abitato da diavoli”, così viene definita Napoli, una città millenaria che fa dei contrasti la sua carta di identità. Storia nobile e popolare si intrecciano tra le trame di una maglia urbana e architettonica, e ci raccontano le voci e gli echi di quella che fu una grande capitale europea.

Un museo a cielo aperto

via-verginiUn tour a Napoli è un’immersione nei secoli la cui storia inizia con tre leggende, quelle legate alla sirena Partenope. La più nota tra queste coincide con il mito delle tre sirene che scelgono di morire, forse per non essere riuscite ad ammaliare Ulisse, pur estasiato dal loro canto. Il mare depone un corpo sull’isolotto di Megaride, dove oggi si trova Castel dell’Ovo: è il corpo esanime della sirena Partenope, dalla quale prenderà nome la città che nasce.
La storia ci dice invece che il primo insediamento napoletano, l’antica Partenope, fu fondata dai greci nell’VIII secolo a.C., sul promontorio roccioso prospiciente il mare, proprio a Castel dell’Ovo. Neapolis è la “città nuova”, quella che gli abitanti di Partenope vollero costruire, e che venne a fondarsi verso la fine del VI secolo a. C., nella zona che oggi viene appunto definita “centro antico”.
Nel cuore della città antica possiamo arrivare percorrendo decumani e cardini, i tracciati greco-romani delle antiche strade di Neapolis che ancora oggi disegnano l’urbano della città. Al decumano maggiore, percorrendo la via dei Tribunali, troveremo il Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore, che potremmo definire un vero e proprio libro, da sfogliare prendendo atto delle varie impaginazioni architettoniche di questa città, stratificate nel corso di 2000 anni. Siamo nella parte più antica, in quella che fu l’Agorà greca e poi il foro romano (piazza San Gaetano).

Neapolis a 10 metri di profondità

catacombe-di-san-gennaroScendendo a 10 metri di profondità ci ritroviamo a percorrere la strada degli abitanti di Neapolis, tra le varie botteghe del Macellum tra cui, la bottega dell’antica lavanderia, quella dell’erario, custode del tesoro cittadino, quella del fornaio, scenario di pasti veloci. Proprio in questa bottega possiamo ammirare un esempio straordinario di forno romano rimasto intatto e ben conservato: guardandolo, non è difficile capire come questa città sia da sempre stata vocata allo street food, ancora cosi ben rappresentato da quello che è il simbolo culinario napoletano per eccellenza: la Pizza. Non lontano dagli scavi, al di sotto del vicino Vico dei Maiorani, è stato inoltre individuato il Vicus Pistorius, la contrada dei Pistasi (i pestatori di grano). Questa zona sin da tempi antichissimi è area di fornai e pizzaioli, una specificità che aggiunge sapore e significati alle pizze che possiamo mangiare nelle numerose pizzerie che animano tutto il centro storico.
cunicoloProprio nei pressi di piazza San Gaetano, vi è la pizzeria “Le Sorelle Bandiera”, un locale luminoso e ben curato, con sedie di ferro e ceramica, nel quale si può ammirare l’esposizione permanente di alcuni pastori del Settecento, collocati in apposite teche. In questo locale le pizze sono realizzate con pasta lievitata nelle grotte di tufo della vicina “Napoli Sotterranea”, un altro sito di grandissimo fascino, che ripercorre un pezzo del sottosuolo napoletano ricco di cisterne e cunicoli.

Da Capparelli, dolci della migliore tradizione napoletana

Sempre su Via Tribunali, è possibile incontrare un’altra “bottega” di sapori e delizie: la pasticceria Capparelli, un vero e proprio tempio dell’arte pasticcera. È doveroso assaggiare i loro pezzi forti: sfogliatelle frolle e ricce, babà classico o farcito e pastiere napoletane della migliore tradizione.
A pochi passi dal cuore antico della città, una zona di imperdibile fascino: un tempo l’area extra-moenia (fuori le mura). Dall’antica Porta San Gennaro si snoda una strada, dalla caratteristica forma di un’ipsilon, che percorre il quartiere Vergini-Sanità. La valle dei Vergini, ripetutamente sepolta dalle alluvioni, cela nel suo sottosuolo una straordinaria necropoli che custodisce le prime catacombe di epoca cristiana oltre a una grande cava destinata a ossario alla fine del 1600, il cimitero delle Fontanelle. Un’enorme area sacra che sta portando alla luce, grazie ad archeologi e studiosi, reperti eccezionali, come gli ipogei funerari nobiliari greco-romani, ed enormi cave e cisterne scavate nel tufo giallo napoletano, a diverse decine di metri di profondità. Il Borgo dei Vergini, nel corso dei secoli, è stato spazio di edificazione di chiese, abbazie e monasteri, ancora visibili tra la fitta urbanizzazione degli ultimi tre secoli. Numerosi gli antichi palazzi degni di nota, tra i quali lo splendido Palazzo detto dello “Spagnolo” in cui ammirare la famosa scala ad ali di falco attribuita all’architetto Ferdinando Sanfelice.cimitero-delle-fontanelle-napoli
Napoli fu greca, romana, fu ducato autonomo, dal XIII secolo e per circa seicento anni, fu capitale del Regno di Napoli con gli angioini, aragonesi e spagnoli, poi capitale del regno delle Due Sicilie sotto i Borbone di Spagna. Quando fu annessa al Regno d’Italia subì un sensibile declino. Napoli è una delle città del mondo antico che ha continuato a vivere ed essere testimone del tempo trascorso, custode di sé stessa, da visitare lasciandosi stupire, percorrendo le sue strade come fossero scale del tempo in cui scendere o salire. Il sottosuolo di Napoli custodisce una città parallela, senza precedenti tra le città antiche. Tra i siti nel sottosuolo inoltre, la Galleria Borbonica dove è possibile effettuare un percorso in zattera sotto Piazza del Plebiscito, nelle cisterne riempite di acqua a quasi quaranta metri di profondità.
Nel 1995 l’UNESCO ha inserito Napoli nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

 

logo318-rgbGiovanna Moresco

Direttore Getta La Rete

www.gettalarete.it

 

  • via-vergini
  • rione-3
  • proscenio
  • palazzo-dello-spagnuolo
  • napoli-sotterranea
  • napoli-sotteranea-2
  1. 1
  2. 2
  3. 3
  4. 4
  5. 5
  6. 6







 

Leave A Comment