L’arte non ha età – la rivoluzione dell’opera

8 Marzo 2017
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“Ho sempre pensato che l’opera sia un pianeta dove le muse lavorano assieme, battono le mani e celebrano tutte le arti” Franco Zeffirelli.

Forestillingen Leaves på Copenhagen Opera Festival 2015.

Un po’ più di 400 anni fa, a Firenze, nacque l’opera. Incontro tra teatro e musica, due generi, due mondi, che insieme creano qualcosa di nuovo, completandosi a vicenda, un po’ come una storia d’amore.
Come in amore, il genere ha i suoi alti e bassi. Ma come in amore, il vero segreto è crescere, evolvere e imparare dal mondo.
Perché l’opera ha un futuro! Non è solo una rimembranza, un fruscio di ricordi. L’opera continua e cresce. E la Danimarca questo l’ha capito!
L’arte non è solo bellezza, svago e intrattenimento. L’arte è ricerca, provocazione e sperimentazione. L’arte studia l’uomo e la società. A volte piace, a volte no. A volte fa sognare, a volte fa infuriare. Ed è questo il suo ruolo. L’arte non serve a sottolineare lo status quo, ma a sconvolgerlo, sia in bene che in male.
Un ruolo che l’ambiente culturale danese ha preso a cuore, anche per quanto riguarda l’opera. Il genere non è un semplice ripetersi di passate glorie; al contrario, l’opera può essere riscritta e reinventata.

Forestillingen Leaves på Copenhagen Opera Festival 2015.

In Danimarca, appassionati, artisti e curiosi, hanno deciso di scoprire l’opera di oggi. Nuovo mondo, nuova opera. Tra incontri stilistici, rivoluzioni tematiche, il genere viene regolarmente messo alla prova sulle scene di tutta la Danimarca.
All’inizio dell’anno, Knud Romer ha sconvolto con il suo monologo politico-sociale come Frosch, all’inizio del terzo atto de Il Pipistrello di Johann Strauss (Flagermusen, Aarhus Symfoniorkester). Fischiato e criticato, il monologo improvvisato dall’autore, ha fatto notizia.
Ma perché tutto questo trambusto? È pratica comune in tutto il mondo, adattare i recitativi all’attualità del momento. Quindi perché tanta rabbia? Molti, tra gli insoddisfatti, hanno spiegato, che un monologo satirico e provocatorio di questo calibro proprio non ci stava.
Perché? Troppo satirico? Troppo diverso dall’originale? Ma invece è proprio la reinvenzione e la provocazione, che fa crescere il genere. Non fraintendiamoci, non tutte le provocazioni danno frutto. Alcune fanno solo notizia, altre fanno arte. Personalmente però, in entrambi i casi, rispetto la provocazione, perché essa porta al dibattito e di conseguenza, ad una crescita.
Ma l’evoluzione e la crescita non finisce qui
Nuove opere vengono scritte e messe in scena ogni anno in Danimarca. Opere di stile classico, ma anche sorte dall’incontro tra generi, e opere per bambini. E funzionano! Queste nuove opere piacciono, sia alla critica, che al pubblico. Tra tanti esempi vorrei nominare Babel, composta da Steingrimur Rohloff e presentata da Athelas Sinfonietta e Leaves, composta da Efterklang e Karsten Fundal e presentata dal Copenhagen Opera Festival e Sort/ Hvid; entrambe nominate per il premio Reumert (Premio teatrale).
L’opera cresce. E l’interesse per l’opera cresce. Festival, concerti e teatri si aprono al genere, in tutte le sue sfumature, classiche e moderne.
È un piacere, partecipare a questa rivoluzione culturale di un genere che molti credevano passé.
Andiamo a teatro a vedere un’opera!

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