Ferrigno, bottega d’arte

Dal 1836 nel cuore di San Gregorio Armeno a Napoli, l’arte della famiglia Ferrigno si respira immutata, tra muschi e statuine, nella magia secolare del presepe napoletano

Una calda accoglienza
È un ambiente carico di suggestione quello che ci accoglie al numero 8 di San Gregorio Armeno, strada dei Presepi nel centro storico della città. Nell’antica bottega Ferrigno perfino il limongello che il maestro ci offre racconta una storia, come tutto quello che ci circonda. Marco ci accoglie con calore dopo un pizzico di diffidenza iniziale, qui valgono le sue regole e verranno ammessi solo gli amici, come lui ama definire i suoi clienti: “con tutti loro abbiamo qualcosa in comune, il presepe non si costruisce da un giorno all’altro, è un processo lungo, un incastro di momenti, incontri, ricerca di personaggi che abbiano un’anima che ci assomiglia”. Il Maestro Ferrigno, con la sua produzione di opere ispirate al settecento napoletano, è considerato tra i capiscuola nell’arte della terracotta. La sua produzione accosta con maestria le figure della sceneggiatura napoletana ai personaggi tradizionali del Presepe. Fra le più familiari Ciccibacco il pastore eternamente assonnato e un po’alticcio, che Marco realizza in piccoli capolavori d’arte tra i sei e i sessanta centimetri.
Protagonisti del Presepe
Lo Scoglio, struttura del Presepe in sughero, deve rispondere a logiche ben definite. Posto su due livelli, collegati tra loro da una scalinata, lo scenario ripropone le dinamiche del bene e del male. Gli angeli si contrappongono alla figura del macellaio, che viene associato a sangue e morte e simboleggia il diavolo. La grotta della natività, luogo di adorazione, si contrappone all’osteria, luogo di perdizione, sottolineando la differenza tra il bene e il male e l’armonia che nasce dall’equilibrio di questi due opposti . La scarabattola, è una teca in vetro al cui interno i personaggi della natività da ormai 150 anni vengono realizzati dai maestri Ferrigno in terracotta e legno, e adornati con le rinomate sete di San Leucio, borgo medioevale di Caserta. Ci aggiriamo in spazi ristretti, intorno a noi le scarabattole si propongono in bella mostra, in svariate forme e dimensioni, con i loro personaggi che sembrano animarsi ricreando suggestive atmosfere natalizie.

Guardando, guardando t’innamori
Ci orientiamo tra gli spazi colmi di cose, mentre la voce di Marco ci accompagna. Un’arte questa che si tramanda oggi con maggiore difficoltà rispetto a quando lui era bambino:” sono cresciuto “a bottega”, per me era naturale al ritorno dalla scuola guardare mio padre per ore mentre lui lavorava alle sue creature, forgiandone la fisionomia e trasferendo in loro un’anima, con la sapienza e l’amore delle mani. Oggi non è più così, i giovani hanno mille interessi e mio figlio Giuseppe, bravissimo a scuola, non sembra al momento avere voglia di raccogliere questa eredità secolare “-aggiunge Marco con un pizzico di rammarico.

E continua:” un’arte, quella presepiale, che rischia di estinguersi e di finire in mani sbagliate, uscendo da un circuito di tradizione secolare e rischiando di finire su anonime bancarelle di mercatini”. Proprio per far si che questo non succeda Marco Ferrigno si sta adoperando con impegno per risvegliare le coscienze, affinché a quest’arte antica venga riconosciuta la tutela del marchio DOP.

Uscendo dalla bottega Ferrigno ci ritroviamo immersi in San Gregorio Armeno, non lontano dalla Napoli metropolitana tanto intrigante ed imperfetta da cui ci divide solo una manciata di passi.

Leave A Comment